giovedì 17 maggio 2012

"Unwind - La divisione" di Neal Shusterman (recensione)



TitoloUnwind - La divisione
Titolo originaleUnwind
Autore: Neal Shusterman
Traduttore: Paolo Antonio Livorati
Data di uscita: 9 novembre 2010
Editore: Piemme (collana Freeway)
Pagine: 409
Prezzo: cartaceo 19 €, e-book 6.99 €


TramaLa seconda guerra Civile, che passò alla storia come la Guerra Morale, fu un conflitto lungo e sanguinoso, combattuto negli Stati Uniti su un'unica questione: l'accettazione o meno dell'aborto. Per mettervi fine, venne approvata una serie di emendamenti nota come Legge sulla Vita, che accontentò sia lo schieramento abortista, sia quello antiabortista. La Legge stabilisce che la vita umana è intoccabile dal momento del concepimento fino a quando un bambino compie tredici anni. Fra i tredici e i diciotto, però, i genitori possono decidere di abortire in modo retroattivo a condizione che, tecnicamente, la vita dell'adolescente non finisca. A questo scopo, tutti gli organi del ragazzo verranno impiantati in persone in attesa di trapianto, le quali manterranno una memoria del donatore. Il processo tramite cui il ragazzo viene allo stesso tempo eliminato e tenuto vivo si chiama Divisione. È una pratica largamente accettata dalla società. Connor ha sedici anni, Lev tredici e Risa quindici. Tutti e tre hanno uno stesso destino: essere Divisi. Tutti e tre vogliono sfuggire a questo destino, e sono pronti a combattere.


Il mio commento

La prima volta che ho letto la trama di Unwind, non sapevo bene cosa pensare. Da un lato non riuscivo a capacitarmi di come si potesse anche solo immaginare un futuro così agghiacciante, dall'altro, però, ero anche molto curioso. Alla fine ho ceduto e l'ho acquistato, con la speranza di trovarmi di fronte a una lettura di quelle che ti fanno riflettere piuttosto che un libro volutamente eccessivo e fuori le righe.
Ci troviamo negli Stati Uniti, dopo una lunga Guerra Morale combattuta tra favorevoli e non favorevoli all'aborto. Per sancire la pace, e con la convinzione che lo shock di una proposta del genere avrebbe fatto ritrovare alle due parti il lume della ragione, viene lanciata una provocazione: permettere che una gravidanza possa essere interrotta retroattivamente, una volta che il figlio avesse raggiunto i 13 anni (e fino al compimento dei 18). Ma non serve a nulla, anzi, peggiora soltanto le cose. La proposta accontenta entrambi gli schieramenti, e l'Accordo di Divisione, che di fatto non mette fine alla vita di questi ragazzi (attraverso il trapianto di tutti i loro organi), entra in vigore. Sì, ripeto: agghiacciante.
Neal Shusterman ci catapulta all'interno della storia quando ormai la Legge sulla Vita è in vigore da tempo. E subito conosciamo tre personaggi ai quali è difficile non affezionarsi e dare tutta la nostra solidarietà: Connor, un sedicenne difficile, attaccabrighe, non più voluto dalla famiglia; Risa, un'orfana che lo Stato non può più permettersi di crescere; e Lev, figlio di una numerosa famiglia cattolica che l'ha cresciuto come una Decima, ovvero un sacrificio per un bene più grande, diviso per scelta allo scopo di servire Dio e l'umanità. Come avrete capito, quindi, si tratta di tre personaggi molto diversi fra loro, ma che presto il destino metterà sullo stesso cammino, quello della lotta per la vita. Incontreranno altre persone, stringeranno amicizie, subiranno tradimenti, rischieranno la vita, tutto pur di rimanere "interi" fino ai 18 anni, tutto pur di scappare da quello che per legge spetta loro.
Come ho già detto qualche giorno fa, è un libro piuttosto doloroso, quindi ho cercato il più possibile di prenderlo in piccole dosi. Ma non è stato facile: il ritmo è frenetico, e i colpi di scena numerosi.
La narrazione in terza persona e i capitoli alternati dedicati ai vari personaggi (e non solo ai tre principali) rendono la lettura estremamente interessante e capace di farti entrare nella mente di tutti, vittime e aguzzini, salvatori e traditori, senza distinzione, tutti succubi di un disegno troppo grande, ma che inizia a fare acqua un po' da tutte le parti. Un esempio lampante: il Pastore Dan, che per anni ha aiutato la famiglia di Lev a inculcargli quanto fosse bello e importante il progetto che Dio riservava per lui in quanto Decima, ma che non esita poi a urlargli Scappa! quando, a una quarantina di pagine dall'inizio del libro, il fatidico giorno della Divisione è arrivato.
È uno young-adult, lo so. Però io non me la sentirei di consigliarlo e farlo leggere a un pubblico troppo giovane. Non so. Di certo è un libro intelligente, che fa riflettere, che affronta temi importanti e spinosi (l'esistenza dell'anima, il valore della vita, l'aborto, una forte critica nei confronti delle ipocrisie della religione, la diversità razziale - e sessuale, anche se appena accennata), però è anche decisamente angosciante, e a volte crudo. C'è un capitolo, in particolare, che fa venire i brividi: mentre lo leggevo avevo un groppo in gola e le lacrime agli occhi, e io non sono uno che si scandalizza facilmente. È riuscito addirittura a farmi provare tenerezza, pena, solidarietà, compassione, nei confronti di uno dei personaggi peggiori del libro. Oltre a farmi tornare alla mente alcune scene di Martyrs, un film horror francese per stomaci forti che evito di consigliarvi.
L'unica pecca è stata proprio quella di averci infilato dentro tanti, forse troppi temi, ma di averne trattati alcuni con un po' di superficialità. Ad esempio mi viene in mente il breve accenno ai due padri di CyTy e il loro "m-matrimonio" (chiamato così per  legge, per differenziarlo da quello eterosessuale). Mi sarebbe piaciuto saperne di più, che fosse un po' più approfondito questo aspetto della realtà distopica in cui ci "troviamo".
Non voglio ovviamente anticiparvi altro, soprattutto riguardo il finale. Ma lasciatemi dire una cosa: le lacrime scorrevano da sole, non solo per ciò che accade, ma anche perché è un po' una liberazione. Pure al lettore viene concesso il meraviglioso lusso della speranza.
Insomma... io non posso che consigliarlo, mi è piaciuto e mi ha emozionato proprio tanto. Però, ecco, andateci cauti e sappiate che non è una lettura facile e leggera. Ma vi segnerà. Questo ve lo posso assicurare.


Unwind Trilogy
#1 Unwind, 2009 (Unwind - La divisione, 2010)
#2 UnWholly, 28 agosto 2012
#3 (ancora non si sanno titolo e data di uscita)

18 commenti:

  1. Bellissima recensione. Bella perché vera, voglio dire, non taci la dolorosità e le resistenze che il lettore può incontrare nella lettura. Grazie per la trasparenza (e onestamente -ma già lo sai- non penso sia un libro per me, ahah). :)

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    1. Ti ringrazio :) (e sì, avevo vagamente intuito, ahah!)

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  2. Il capitolo 61 penso che segni l'esistenza di ogni lettore. Un libro bellissimo e come dici tu, agghiacciante! L'ho recensito credo un mesetto fa, ma so già che certe frasi mi resteranno stampate in testa per molto tempo.

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    1. Sì, sono d'accordo, penso che me lo porterò dietro per molto tempo anch'io...!

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  3. Lo voglio anch'io!! Bellissima recensione...stupenda anche la nuova grafica! Che invidia: io non ci capisco niente :-/

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    1. Ti ringrazio :)
      Ci capisco poco anch'io, in realtà. Il template l'ho trovato sul web, io ho solo fatto un po' di modifiche ai colori, alle colonne e al banner in alto. E visto che sono abbastanza impedito, ci ho messo un bel po'... però son soddisfatto :)

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  4. Ciao Matteo!
    Qui c'è un premio per te:
    http://locandalibri.blogspot.it/2012/05/premio-i-love-your-blog.html

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  5. mi hai fatto venir voglia di leggere questo libro ^_^ lo inserirò nella mia lista di libri!!! cmq bella la nuova grafica ^_^

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    1. Leggilo, sìsì, penso proprio che non te ne pentirai! :) E grazie!!

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  6. Ciao, ho un premio per te! http://ilmondoracchiusoneilibri.blogspot.it/2012/05/premio-adamas.html

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  7. Come ti avevo già scritto, non sono pienamente convinta di voler leggere questo libro ma devo ammettere che la tua recensione mi ha incuriosito molto. Martyrs l'ho visto e l'ho retto abbastanza bene quindi... forse forse mi decido a comprarlo! ;)

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    1. Allora vai tranquilla! :p
      Qui l'angoscia (a parte il capitolo di cui ho parlato) è dovuta più alle sensazioni, alle emozioni, all'impotenza dei personaggi di fronte a certe pratiche, che alla descrizione della pratica in sè. ;)
      E poi fa riflettere. Ti porta in un certo senso a metterti in gioco con te stesso, con le tue convinzioni... io lo consiglio vivamente, ecco!

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  8. Davvero una bella recensione, complimenti!
    Peccato per i temi poco sviluppati di cui parli... per il resto, il fatto che il libro non risparmi i dettagli agghiaccianti, visto il tema trattato, mi spinge a provare a leggere almeno le prime pagine e vedere com'è!

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    1. Ti ringrazio! :)
      E dagli una chance! Secondo me merita proprio!

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  9. Questo libro lo voglio leggere da tantissimo, mi sa che è arrivata l'ora! :)

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