Lo so, lo so che il mio amore è una patologia, vorrei che mi uccidesse ora...
- Afterhours, Ci sono molti modi
Titolo: Delirium
Titolo originale: Delirium
Autrice: Lauren Oliver
Traduttrice: Francesca Flore
Data di uscita: 22 marzo 2011
Editore: Piemme (collana Freeway)
Pagine: 383
Prezzo: cartaceo 18 €, e-book 6.99 €
Trama: Nel futuro in cui vive Lena, l'amore è una malattia, causa presunta di guerre, follia e ribellione. È per questo che gli scienziati sottopongono tutti coloro che compiono diciotto anni a un'operazione che li priva della possibilità di innamorarsi. Lena non vede l'ora di essere "curata", smettendo così di temere di ammalarsi e cominciare la vita serena che è stata decisa per lei. Ma mancano novantacinque giorni all'operazione e, mentre viene sottoposta a tutti gli esami necessari, a Lena capita l'impensabile. Si infetta: si innamora di Alex. E questo sentimento è come ritornare a vivere, in una società di automi che non conosce passione, ma nemmeno affetto e comprensione, Lena scoprirà l'importanza di scegliere chi si vuole diventare e con chi si vuole passare il resto della propria vita...
Fino a un mese fa non sapevo manco cosa volesse dire distopia e prendevo in giro mia sorella perché legge solo libri fantasy. Invece ora mi ritrovo a commentare Delirium e a cercare di decidere quale sarà il prossimo mondo futuro in cui mi addentrerò. Se me l'avessero predetto, che avrei perso la testa per dei generi letterari che ho snobbato per anni (a parte qualche rara incursione), è probabile che mi sarei fatto una fragorosa risata. Eppure... eccomi qua. Da non crederci, eh?!
Lauren Oliver ha dato vita, in queste pagine, a un futuro devastato, non tanto nell'aspetto esteriore, bensì nell'animo. Un futuro in cui l'amore, meglio conosciuto come Delirium amoris nervosum, è la malattia per eccellenza, causa di guerre, ribellioni e perdita della ragione, insomma la più mortale tra tutte le cose mortali, che ti uccide sia quando ce l'hai che quando non ce l'hai. L'unica cosa da fare, quindi, per sanare la popolazione, è perfezionare una cura per ripulirla dai sentimenti e dalle lacrime, dai sogni e dai desideri, e poi controllarla e affabularla, convincerla che si vive meglio se si è vuoti d'amore. Ed ecco allora che tutto viene stabilito dai piani alti: che università frequentare, chi sposare, che lavoro fare; sparisce tutta la musica che possa suscitare emozioni, si abolisce la poesia, Romeo e Giulietta non è più una tragedia struggente e romantica bensì un racconto di ammonimento che ti mette in guardia dalle conseguenze dell'amore, si tengono distanti ragazzi e ragazze non ancora curati, si giustiziano o torturano i Simpatizzanti e i Resistenti.
Veniamo a conoscenza di questa realtà (tranquilla e priva di pensieri, per chi la vive; triste e insensata, per noi che la leggiamo) grazie al racconto in prima persona di Lena, un'adolescente che aspetta con ansia il compimento del suo diciottesimo anno d'età, quando finalmente potrà sottoporsi alla cura e smettere di vivere con l'ansia di infettarsi. Il tempo scorre tranquillamente, come sempre, tra una corsa con la sua migliore amica Hana e la vita familiare a casa degli zii. Fino a quando non spunta lui, Alex, nella sua vita. Provate a immaginare come può essere l'impatto, in un mondo del genere, con quel sentimento-che-non-può-nemmeno-essere-nominato. Come può sentirsi quando si ritrova alle prese con le farfalle nello stomaco, oppure quando sente il corpo pervaso dai brividi non appena lui la sfiora soltanto, o quando non riesce a scacciare il groppo in gola dovuto alle ore che li separano dal prossimo incontro. Ecco, sì. Un impatto devastante. Almeno all'inizio. Lena ci confida tutti i suoi pensieri, le paure e le preoccupazioni, ma anche le emozioni e le scoperte. Ci guida per mano, attraverso la sua presa di coscienza. E assistiamo, sempre più partecipi, alla sua splendida evoluzione. E cosa dire di Alex? Che è la tenerezza, la nostalgia della libertà, la comprensione della paura, le spalle e i sorrisi che squarciano dentro. Due personaggi bellissimi, veri, sinceri. Indimenticabili.
Quando ho letto la trama ho avuto paura che potesse rivelarsi un romanzo melenso, sdolcinato. Niente di più falso. Una lettura scorrevole ed estremamente coinvolgente, dove non mancano i colpi di scena. Ti rapisce, ti ammalia, ti smuove e ti lacera dentro.
Efficacissima, poi, la scelta della Lauren di rendere il tutto ancora più verosimile mettendo, a ogni inizio capitolo, stralci tratti da manuali, proverbi, leggi, ecc., riguardanti la malattia, e, più in generale, la società in cui è ambientata la storia.
E il finale. IL FINALE! Okay, va bene. Non aggiungo altro. Solo... leggetelo!!!
P.S. Sarà dura attendere l'uscita italiana del seguito, Pandemonium. Pare sia prevista per il 2013. Non ce la posso fare. :(
Traduttrice: Francesca Flore
Data di uscita: 22 marzo 2011
Editore: Piemme (collana Freeway)
Pagine: 383
Prezzo: cartaceo 18 €, e-book 6.99 €
Trama: Nel futuro in cui vive Lena, l'amore è una malattia, causa presunta di guerre, follia e ribellione. È per questo che gli scienziati sottopongono tutti coloro che compiono diciotto anni a un'operazione che li priva della possibilità di innamorarsi. Lena non vede l'ora di essere "curata", smettendo così di temere di ammalarsi e cominciare la vita serena che è stata decisa per lei. Ma mancano novantacinque giorni all'operazione e, mentre viene sottoposta a tutti gli esami necessari, a Lena capita l'impensabile. Si infetta: si innamora di Alex. E questo sentimento è come ritornare a vivere, in una società di automi che non conosce passione, ma nemmeno affetto e comprensione, Lena scoprirà l'importanza di scegliere chi si vuole diventare e con chi si vuole passare il resto della propria vita...
Il mio commento
Lauren Oliver ha dato vita, in queste pagine, a un futuro devastato, non tanto nell'aspetto esteriore, bensì nell'animo. Un futuro in cui l'amore, meglio conosciuto come Delirium amoris nervosum, è la malattia per eccellenza, causa di guerre, ribellioni e perdita della ragione, insomma la più mortale tra tutte le cose mortali, che ti uccide sia quando ce l'hai che quando non ce l'hai. L'unica cosa da fare, quindi, per sanare la popolazione, è perfezionare una cura per ripulirla dai sentimenti e dalle lacrime, dai sogni e dai desideri, e poi controllarla e affabularla, convincerla che si vive meglio se si è vuoti d'amore. Ed ecco allora che tutto viene stabilito dai piani alti: che università frequentare, chi sposare, che lavoro fare; sparisce tutta la musica che possa suscitare emozioni, si abolisce la poesia, Romeo e Giulietta non è più una tragedia struggente e romantica bensì un racconto di ammonimento che ti mette in guardia dalle conseguenze dell'amore, si tengono distanti ragazzi e ragazze non ancora curati, si giustiziano o torturano i Simpatizzanti e i Resistenti.
Veniamo a conoscenza di questa realtà (tranquilla e priva di pensieri, per chi la vive; triste e insensata, per noi che la leggiamo) grazie al racconto in prima persona di Lena, un'adolescente che aspetta con ansia il compimento del suo diciottesimo anno d'età, quando finalmente potrà sottoporsi alla cura e smettere di vivere con l'ansia di infettarsi. Il tempo scorre tranquillamente, come sempre, tra una corsa con la sua migliore amica Hana e la vita familiare a casa degli zii. Fino a quando non spunta lui, Alex, nella sua vita. Provate a immaginare come può essere l'impatto, in un mondo del genere, con quel sentimento-che-non-può-nemmeno-essere-nominato. Come può sentirsi quando si ritrova alle prese con le farfalle nello stomaco, oppure quando sente il corpo pervaso dai brividi non appena lui la sfiora soltanto, o quando non riesce a scacciare il groppo in gola dovuto alle ore che li separano dal prossimo incontro. Ecco, sì. Un impatto devastante. Almeno all'inizio. Lena ci confida tutti i suoi pensieri, le paure e le preoccupazioni, ma anche le emozioni e le scoperte. Ci guida per mano, attraverso la sua presa di coscienza. E assistiamo, sempre più partecipi, alla sua splendida evoluzione. E cosa dire di Alex? Che è la tenerezza, la nostalgia della libertà, la comprensione della paura, le spalle e i sorrisi che squarciano dentro. Due personaggi bellissimi, veri, sinceri. Indimenticabili.
Quando ho letto la trama ho avuto paura che potesse rivelarsi un romanzo melenso, sdolcinato. Niente di più falso. Una lettura scorrevole ed estremamente coinvolgente, dove non mancano i colpi di scena. Ti rapisce, ti ammalia, ti smuove e ti lacera dentro.
Efficacissima, poi, la scelta della Lauren di rendere il tutto ancora più verosimile mettendo, a ogni inizio capitolo, stralci tratti da manuali, proverbi, leggi, ecc., riguardanti la malattia, e, più in generale, la società in cui è ambientata la storia.
E il finale. IL FINALE! Okay, va bene. Non aggiungo altro. Solo... leggetelo!!!
P.S. Sarà dura attendere l'uscita italiana del seguito, Pandemonium. Pare sia prevista per il 2013. Non ce la posso fare. :(
Delirium Trilogy
#1 Delirium, 2011 (Delirium, 2011)
#1.5 Hana (novella), 2012
#1.5 Hana (novella), 2012
#2 Pandemonium, 2012
#3 Requiem, febbraio 2013
Alex è fantastico!!! <3 Sono contenta che ti sia piaciuto! =D Ciao!
RispondiEliminaHo aggiunto il libro nella mia lista dei desideri "ille tempore" ma non l'ho mai preso perché, come hai scritto tu, credevo fosse una storia tutto sommato troppo concentrata sulle romanticherie - almeno, così appare dalla trama.
RispondiEliminaDirei che la tua recensione mi fa ben sperare, invece!
Appena lo troverò usato sarà mio ^_^
RispondiEliminaQuando Matteo si adopera tanto, per recensire un libro (sì, tu recensisci, anche se sei troppo umile per usare quella parola - tanto che nel titolo della rubrica anteponi 'tu chiamale se vuoi'), vuol dire che quel libro merita. Davvero.
RispondiEliminaQuando Matteo si adopera così tanto per recensire un libro, ti senti come se ti facessi un torto, poi, a non leggerlo.
Ho avuto i brividi, leggendo una prima volta.
I brividi, alla seconda.
E mentre scrivo, ho ancora lo stomaco accartocciato.
Voglio dire una cosa in più: sono contenta che tu abbia trovato questo spazio. Lo stai coltivando con impegno, lo innaffi e gli dai amorevoli cure come si fa con le piantine. Sono contenta che ti dà quella motivazione per farlo.
E sono contenta che scrivi, perché le parole ti riconsegnano a te stesso, e attraverso esse cresci, maturi, ti misuri con cose che ti hanno toccato, e che ti toccano.
Penso che questo spazio sia la manifestazione di una nuova dimensione interiore.
Grazie di rendermi (e -ci) partecipe. :') :*
L'ho recensito pochissimo tempo fa e sono d'accordo con te! E' già bello di suo, ma mi ha accompagnato in una fase molto importante della mia vita, quindi sono certo che non lo dimenticherò! :)
RispondiEliminaSplendida recensione :D Io adoro Delirium *w*
RispondiEliminaCome hai potuto già notare dalla mia recensione, "Delirium" ha fatto lo stesso effetto anche a me. La storia e i personaggi di Loren Oliver ti rimangono dentro e non c'è modo di farli andare via!
RispondiEliminaTempo fa era stata aperta una petizione per provare a convincere la CE ad anticipare un pò la pubblicazione di Pandemonium, vi lascio il link: http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2012N22520
Probabilmente non verrà presa in considerazione ma almeno noi ci proviamo!!! ;)
@Lenah, son contento anch'io, eheh! :D
RispondiElimina@Camilla P., leggilo, sìsì! Penso proprio che non ti deluderà! :)
@radiolinablu, brava, non fartelo scappare! :)
@21 grammi, :') anche io, come ti ho già detto, son contento. Questo posto sta tirando fuori parti di me che prima interiorizzavo, e a cui forse non sapevo ancora dare parola. Grazie per il supporto, e per le tue parole. Mi commuovono, e lo sai. Maledetta! :D ♥ :*
@Mr Ink, ho letto la tua bellissima recensione :) è bello quando i libri ti accompagnano in un periodo di crescita interiore :')
@Jeanclaude, grazie! :)
@Sara.88, grazie per la segnalazione, ho firmato! Sperando serva a qualcosa... :( ;)
Mi ero dimenticata di commentare -.-
RispondiEliminaHo letto sempre recensioni positive su "Delirium", anche la tua è veramente molto bella, vuol dire che ne vale la pena. Lo prenderò sicuramente! :)
Ti ringrazio, Olivia!
EliminaComunque sì, ne vale la pena. Prendilo, non te ne pentirai! :)