domenica 27 maggio 2012

"Il labirinto" di James Dashner (recensione)



Sono in piena distopia-dipendenza. Ma questo probabilmente l'avevate già capito dalle scorse recensioni.
Ad ogni modo... lunedì scorso, girovagando nella rete, mi sono imbattuto casualmente in 50+ Fantastic Young Adult Dystopian Novels, una lista piuttosto vecchiotta (è del 2009) di young-adult distopici. Mentre la leggevo con gli occhi che mi brillavano e l'acquolina in bocca, pensavo che prima di entusiasmarmi troppo, forse era il caso di controllare prima quali e quanti di questi libri fossero già arrivati da noi. Ecco, appunto. Non l'avessi mai fatto! Un'ecatombe. Parecchi sono effettivamente arrivati nelle nostre librerie, peccato però che tante serie sono anche state interrotte e probabilmente non verranno mai completate. Ma magari di questo parlerò un'altra volta. Sì, perché quello che mi preme dire, cioè il motivo di tutto 'sto preambolo, è che tra tutto sto ben di dio, ho scovato The Maze Runner, ovvero il primo libro (di una trilogia) che Fanucci ha pubblicato solo l'anno scorso, col titolo Il labirinto. Trama intrigante, prezzo dell'e-book molto conveniente rispetto a quello dell'edizione cartacea (4.99 € invece di 17)... potevo resistere? Il tempo di concludere l'acquisto, e già ce l'avevo sull'e-reader. L'ho letto in una settimana (troppo!) ed ora ve ne parlo un po'...


TitoloIl labirinto
Titolo originaleThe Maze Runner
Autore: James Dashner
Traduttrice: Annalisa Di Liddo
Data di uscita: 1 giugno 2011
Editore: Fanucci (Teens International)
Pagine: 428
Prezzo: cartaceo 17 €, e-book 4.99 €


TramaQuando Thomas si sveglia, le porte dell'ascensore in cui si trova si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome di battesimo. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella Radura, un ampio spazio limitato da invalicabili mura di pietra, che non lasciano filtrare neanche la luce del sole. L'unica certezza dei ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra del gigantesco Labirinto che li circonda vengono aperte, per poi richiudersi di notte. Ben presto il gruppo elabora l'organizzazione di una società ben ordinata e disciplinata dai Custodi, nella quale si svolgono riunioni dei Consigli e vigono rigorose regole per mantenere l'ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell'ascensore. Il mistero si infittisce un giorno, quando - senza che nessuno se lo aspettasse - arriva una ragazza. È la prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo, ed è il messaggio che porta con sé a stupire, più della sua stessa presenza. Un messaggio che non lascia alternative. Ma in assenza di altri mezzi visibili di fuga, il Labirinto sembra essere l'unica speranza del gruppo o forse potrebbe rivelarsi una trappola da cui è impossibile uscire.

Il mio commento

Inizi la lettura, e subito ti ritrovi spaesato e confuso. Esattamente come il protagonista de Il labirinto, primo capitolo della trilogia distopica creata dalla penna di James Dashner. Si chiama Thomas, si è appena risvegliato in un ascensore e non ha ricordi della sua vita passata, tranne il suo nome. Le porte si aprono, ed egli si ritrova catapultato nella Radura, uno strano luogo mai visto prima, circondato da mura altissime e da un Labirinto che pare senza via d'uscita. Qui trova altri ragazzi (una sessantina circa, tutti maschi) che si sono organizzati e divisi i lavori come una sorta di piccola società autonoma, e che usano addirittura un gergo tutto loro (sembrava che avessero preso un'altra lingua e che l'avessero innestata sulla propria). Pian piano cerca di non farsi prendere dallo scoramento, visto l'incubo in cui si è ritrovato, e di abituarsi a questa nuova vita, anche grazie all'aiuto di un ragazzo col quale stringe fin da subito un forte legame, Chuck - tra l'altro, è proprio lui a darci qualche informazione in più su Thomas.
«Chuck, quanti... Secondo te quanti anni ho?»
Il ragazzo lo squadrò da capo a piedi. «Direi sedici anni. E nel caso in cui te lo stessi chiedendo, un metro e settantacinque... capelli castani. Oh, e brutto come un fegato infilzato.» 
Finché un giorno, inaspettatamente, arriva una ragazza. Con un messaggio. E... tutto cambia.

Cover originale
Il romanzo, nel complesso, mi è piaciuto, ma non mi ha entusiasmato. Le aspettative, nonostante il fatto che la trama fosse apparentemente molto semplice, e neanche tanto originale (c'è un po' di Hunger Games, un po' de Il Signore delle Mosche, un po' di Cube, e via dicendo), erano tante, e in parte sono state deluse. Ma... mi spiego meglio.
Innanzitutto, la prima metà del libro, se fosse stata leggermente più corta e meno prolissa, ne avrebbe solo guadagnato, tant'è che, seppur curiosissimo di sapere come il tutto si avrebbe evoluto, la lettura è proceduta un po' a rilento. C'è da dire, però, che nella seconda metà migliora parecchio, e alla fine risulta difficile staccarsene. (Per capirci: ho letto le prime duecento pagine in quasi cinque giorni, e le rimanenti duecentotrenta in un giorno e mezzo.)
Seconda cosa, il gergo è piuttosto fastidioso, specialmente ad un primo impatto. Parlo di roba tipo pive (pivello), Fagio (Fagiolino - è così che viene chiamato l'ultimo arrivato), sploff (merda), caspio, e via dicendo, che in teoria dovrebbero rendere il tutto più gggiovane, e invece... irritano solamente.
Terzo, ho riscontrato diverse volte l'assenza di quella scorrevolezza e di quella fluidità che rendono un libro mozzafiato, di quelli che non dormiresti e divoreresti in una notte per quanto ti prendono e catturano e spediscono altrove. Non so se ciò sia dovuto ad alcune imprecisioni nella traduzione, però il fatto che spesso mi sono trovato di fronte a noiose ripetizioni (sinonimi, questi sconosciuti!), bhè, ecco, mi fa supporre di sì. E tutto ciò ovviamente non poteva non influire sull'andamento della lettura, e quindi sul giudizio finale.
Però, ripeto, mi è piaciuto. Ho trovato molto originale l'idea del labirinto, delle sue mura che si spostano ogni notte e dei Dolenti (le creature che lo popolano), e bella anche l'idea della Mutazione (che fa riaffiorare ricordi vaghi). Perfetta la resa dello spaesamento in cui si trovano i ragazzi, e di conseguenza anche il lettore, che viene quindi portato a farsi una miriade di domande e ad attendere con ansia e trepidazione che a qualcuna di essa venga data risposta (e di risposte ce ne sono parecchie, non preoccupatevi). Non mancano i momenti forti e devastanti, che stravolgono un po' tutto (e tutti), e tanti sono anche i momenti adrenalinici e i colpi di scena che alimentano la tensione e ti spingono a rimuginare continuamente su ciò che hai appena letto, alla continua ricerca di una logica. Il finale, poi, che fa capire che in realtà dietro a tutto ciò c'è qualcosa di molto più grande di un semplice gioco perverso messo in atto da gente annoiata, promette bene e ti lascia con tanti nuovi dubbi e interrogativi, che non vedi l'ora di sciogliere.
Insomma... un romanzo che ha i suoi difetti, ma che ha anche diversi pregi, e che quindi non posso assolutamente bocciare. Anzi, chi ama il genere fantascientifico e distopico, vi troverà sicuramente pane per i propri denti!

P.S. La copertina italiana, con quel labirinto stilizzato e quella faccia un po' da psicopatico che c'entra ben poco, a mio parere non rende per niente. Peccato, l'originale è così bella... 


Maze Runner Series
#0 The Kill Order (prequel), 14 agosto 2012 negli USA
#1 The Maze Runner, 2009 (Il labirinto, 2011)
#2 The Scorch Trials, 2010
#3 The Death Cure, 2011

7 commenti:

  1. Io non l'ho mi preso in considerazione per la copertina, fosse uscito con l'originale sarebbe già stato mio ^_^

    Grazie per la recensione, ho scoperto che potrebbe essere una lettura interessante ma non in vetta alla mia lista desideri.

    Ciao!

    RispondiElimina
  2. Mi ritrovo in gran parte d'accordo con quel che dici, tranne il fatto che io non sono riuscita a finirlo mentre tu hai avuto abbastanza forza di volontà xD purtroppo io l'ho trovato molto, come hai notato anche tu, prolisso e i personaggi non mi sono rimasti affatto impressi! Per quanto riguarda la traduzione, posso assicurarti che le ripetizioni si ritrovano anche nella versione originale, ma a me non avevano dato così fastidio quanto piuttosto tutte le volte In Cui L'Autore Scriveva Così. Che Odio. Per non parlare della terminologia usata dai personaggi... Che Odio.

    P.s. Bella recensione, btw :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio :)

      Però voglio precisare che quando parlo di "noiose ripetizioni", non mi riferisco tanto alla prolissità di alcune parti (che comunque ho riscontrato) ma proprio alla ripetizione degli stessi termini all'interno di una frase (tanto per fare un esempio: Batté la schiena contro una parete di metallo duro contro cui scivolò fino a incontrare l'angolo della stanza. - mettendo "su" al posto del primo "contro" si evitava la ripetizione e dava un suono migliore alla frase)...
      Ho aggiunto "(sinonimi, questi sconosciuti!)" alla recensione, così forse si capisce meglio. :)

      E nella versione italiana non ho trovato le Frasi Scritte Così che tu hai trovato nell'originale. Francamente non ho mai capito il senso di scrivere in questo modo... lo odio anch'io! :D

      Elimina
  3. Anch'io l'ho letto! Da fan dei film di the cube, mi sono fatta influenzare dall'idea di "cercare l'uscita"... purtroppo non è stato all'altezza delle aspettative. Premetto che mi è piaciuto e aspetto il seguito per scoprire cosa ne sarà dei protagonisti (e avere risposta alle molte domande), ma l'inizio era in effetti troppo lento e il linguaggio usato era davvero fastidioso. Mi auguro che perderanno la teminologia da Radura una volta nel mondo reale!

    RispondiElimina
  4. Sono stata più volte lì lì per comprarlo poi qualcosa mi ha sempre trattenuto (il prezzo? emh... forse). Però i punti negativi che citi penso che mi faranno trattenere anche in futuro XD Per me lo stile fluido e scorrevole è l'arma di ogni romanzo. Non importa quanto la trama sia originale, dev'essere scritto bene!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bhè, però non è che è completamente poco fluido e poco scorrevole, lo è solo in alcuni punti, specialmente nella prima metà del romanzo. Non so, secondo me, nonostante i difetti, ne vale comunque la pena. Certo, 17 euro non ce li spendere... però magari prova in biblioteca! :p

      Elimina