giovedì 21 giugno 2012

"Il grande mondo laggiù" di Ray Bradbury (recensione)



TitoloIl grande mondo laggiù
Autore: Ray Bradbury
Traduttrice: Laura Grimaldi
Anno di uscita: 2002
Editore: Mondadori (Piccola Biblioteca Oscar)
Pagine: 432
Prezzo: 10 €





Il mio commento


"Il più grande mago del mondo".

È così che Bradbury amava essere definito, e penso non esista una definizione più calzante per descriverlo. Sì, perché se già con Fahrenheit 451 mi aveva folgorato, con Il grande mondo laggiù mi ha dato il colpo di grazia: secondo me, solo un uomo dotato di poteri magici può spaziare tra i generi letterari più disparati con una tale nonchalance, con una tale abilità narrativa, con una tale genialità.

Trentaquattro racconti, scorrevoli e coinvolgenti, uno più bello dell'altro.
Certo, ci sono episodi poco riusciti, ma sono davvero pochi, praticamente si contano sul palmo di una mano. Altri, però, sono talmente belli, da lasciarti senza fiato, con i brividi lungo la schiena e le lacrime che vanno per conto loro.

Ce n'è per tutti i gusti: si passa dai racconti di fantascienza come il malinconico "Erano bruni con gli occhi d'oro" alle tinte un po' thriller de "La città dove nessuno scendeva", dai toni fiabeschi de "L'aquilone d'oro, il vento d'argento" al grottesco de "La bara" alla distopia de "L'assassino", dalle creature più strane (come la ragazzina col potere di entrare nei corpi altrui de "La strega d'aprile" o la sirena di "Sulla spiaggia al tramonto") ai personaggi più semplici e comuni (come la nonnina de "Il commiato", che sente la morte arrivare e saluta tutti i suoi familiari, o la mamma de "La sera", atterrita dalla possibilità di aver perso il proprio figlio), dai toni ironici de "Il grande incendio" a quelli struggenti di "Una medicina per la malinconia".
C'è la speranza di trovare un mondo migliore o il rimpianto e la nostalgia per quello che abbiamo lasciato, ci sono la solitudine e l'inadeguatezza, la paura e l'angoscia, i sogni e l'attesa, le ansie e le incertezze. Non solo dei protagonisti di queste storie, ma anche dello stesso lettore, che si ritrova a dover fare i conti con i propri demoni.
E poi, soprattutto, c'è tutta la delicatezza di Bradbury, che stupisce, affascina e ammalia. Perché, in realtà, altro non è che... pura e semplice poesia.

9 commenti:

  1. Non conosco l'autore ma questo libro deve essere proprio fantastico. *-*
    E poi se è suddiviso in diversi racconti fa proprio per me, mi piacciono i libri strutturati in questo modo. E poi i temi (e il prezzo u.ù) sono interessanti e mi incuriosiscono tanto. (:

    RispondiElimina
  2. Ecco. Con gli ultimi due capoversi, mi hai decisamente convinta. :'') *___*

    RispondiElimina
  3. Io non amo i libri di racconti perchè non ho il tempo di immedesimarmi abbastanza nelle storie... ma la tua recensione è talmente bella che mi hai fatto venir voglia di leggerlo :-)

    RispondiElimina
  4. Mi attira. Mi attira. Mi attira. Entra in Wishlist :) Bella recensione, Matteo!

    RispondiElimina
  5. Bradbury e quel benedetto Fahrenheit 451... è una vita che devo leggerlo, è una vita che in modo o nell'altro o me ne dimentico o mi lascio attrarre da un altro libro... però mi hanno detto che come autore merita tantissimo, e i distopici ultimamente sono stati rivalutati... penso che segnerò nella mia wish list anche questo libro!

    RispondiElimina
  6. E' bello trovare un autore che riesce ad emozionarci così tanto - personalmente, quando mi capita, è come se fossi metà allegra e metà commossa. E' una bella sensazione. Sono felice che tu la stia provando con Bradbury :)

    Mi permetto di segnalarti questo link, su Ray Bradbury e il suo amore per la magia e per la scrittura: http://www.finzionimagazine.it/news/approfondimento-news/vivi-per-sempre-ray/
    Io trovo sia un brano toccante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche se in ritardo, grazie mille. Davvero bellissimo e commovente. :')

      Elimina
    2. Figurati, sono felice che ti sia piaciuto :)

      Elimina
  7. Con la recensione di Fahrenheit 451 mi hai fatto comprare il libro e con questa qui lo stesso. Bellissima recensione come sempre Matt, sei bravissimo :')
    Spero che Bradbury susciti questi sentimenti che ha suscitato in te anche in me..

    RispondiElimina