mercoledì 4 luglio 2012

"Sopravvissuta" di Fulvia Degl'Innocenti (recensione)



Grazie al gentilissimo Marco dell'ufficio comunicazione di Edizioni San Paolo per avermi inviato una copia del romanzo! :)


TitoloSopravvissuta
Autrice: Fulvia Degl'Innocenti
Data di uscita: 23 maggio 2012
Editore: San Paolo (collana Narrativa San Paolo Ragazzi)
Pagine: 139
Prezzo: 14 €


TramaUn terribile virus sta sterminando il genere umano. Sara, in fuga dall'epidemia insieme alla sua famiglia, ignora quale sia la sorte del resto del mondo. Le sole certezze sono la morte che ha falcidiato i suoi amici e il naufragio che - durante la fuga - li ha scagliati su di un'isola deserta. Ogni giorno è una lotta per sopravvivere, per procurarsi il cibo, per difendersi dal dolore dei ricordi. Sara non sa se al di là del mare c'è ancora qualcuno, e affida le sue speranze a bottiglie di plastica gettate in acqua e lasciate in balia delle correnti. Rimasta sola, comprende che non le rimane altro da fare che reagire a quell'attesa senza fine e riprendere il mare su una piccola barca alla ricerca di altri sopravvissuti come lei con cui ricominciare a costruire un nuovo futuro.

Il mio commento
«[...] Dobbiamo fidarci dei medici, degli scienziati...».
«Forse hanno dimenticato come si fa a trovare i rimedi. Forse sono solo capaci di crearle, le malattie, non di sconfiggerle».
Già, un'ipotesi che circolava anche tra noi ragazzi. Che quel male assurdo e senza rimedio fosse venuto fuori da un errore di laboratorio, una specie di arma chimica scappata al controllo dei ricercatori, come nei blockbuster americani: brivido da fine del mondo annaffiato di coca-cola.
Di ipotesi se ne facevano tante. Forse il virus era arrivato dallo spazio dopo la caduta di un grande meteorite nel deserto del Mali, il paese africano in cui era stato individuato il malato numero 1. Forse era la mutazione di un virus influenzale che aveva allarmato il pianeta anni prima, per poi scomparire così come era venuto senza fare grandi danni. E naturalmente c'era anche chi invocava la punizione divina per la cattiveria degli uomini, una piaga come quelle bibliche d'Egitto.
Sara ha appena diciassette anni. Ed è sopravvissuta a un virus di cui non si conoscono le cause. Dottori, scienziati, esperti di tutto il mondo hanno rassicurato la popolazione, fatto promesse, sbandierato la messa a punto di diversi vaccini, ma tutto ciò non è servito a nulla. La malattia, quella febbre apatica condita di macchioline strane, ha prosciugato e spazzato via prima dieci, poi cento, poi migliaia, infine miliardi di persone dalla faccia della Terra. Ma non lei. Lei è riuscita a sopravvivere. Ora si trova su un'isola (di cui non ci è dato sapere il nome) italiana, completamente deserta a parte qualche gallina, svariati uccelli in volo, una capra che non ha esitato a stampare una sua orma sulla faccia della ragazza e Buck, un cagnone fedele che ha tanta paura del mare. Passa le giornate a cercare cibo, a lanciare oggetti al suo instancabile cane, a nuotare e a buttare in mare messaggi in bottiglia, nella speranza che qualcuno, l'amica che ancora non conosce ma che tanto attende, possa trovarla. Insomma, giornate apparentemente semplici, ripetitive, piatte. Ma in realtà dense, piene. Perché Sara non solo è sopravvissuta, ma è anche stata sommersa. Dai ricordi, dal rimpianto. Scene della sua vita passata le scorrono davanti gli occhi, e rivede la nonna che aveva sempre pronti consigli e perle di saggezza, rivede il primo bacio dato ad Alessandro, rivede le sigarette fumate in compagnia delle amiche, rivede scene belle o anche spiacevoli della sua vita familiare, che le fanno sentire sempre più la mancanza di sicurezza e di calore, di protezione, o più semplicemente di qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere. Ma si accorge anche di essere cresciuta, di essere maturata, lei che fino a un paio di anni prima era una ragazzina viziata, servita e riverita, che aveva sempre qualcuno pronto a riempirle il bicchiere d'acqua, ora vive sola, certo non per sua volontà, ma ha saputo adattarsi, ha saputo rimboccarsi le maniche e rimettersi in piedi. Non solo per sopravvivere fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, per combattere e non lasciarsi morire. Sì, perché in lei vive una duplice speranza: da un lato, attende la morte, si augura quasi che prima o poi la malattia o qualcos'altro si porti via anche lei, che tanto non ha senso continuare così, sola; d'altro canto, però, continua anche a sperare di non essere veramente l'unica e che al di là del mare ci sia ancora qualcuno. Ovviamente per sapere quale sorte l'attende non vi resta altro da fare che leggere questo gioiellino.

Fulvia Degl'Innocenti ha raccontato una storia molto semplice, ma particolarmente emozionante. Chi si aspetta il classico romanzo post-apocalittico, incentrato su un mondo devastato dalla pandemia, probabilmente rimarrà deluso dal momento che questo è solo un aspetto marginale della storia, fa solo da scenario alla vita della ragazza. Sopravvissuta è, infatti, soprattutto un romanzo di formazione. Quello su cui si sofferma l'autrice, con una scrittura scorrevole, pulita, coinvolgente e quasi poetica, e alternando il presente con il passato dei ricordi, delle lettere e delle pagine di diario, è la psicologia della protagonista, la sua crescita, i continui ostacoli che trova lungo il suo cammino. Un turbine di stati d'animo sconvolge Sara, e con lei anche il lettore, entrambi presi da sconforto, malinconia, nostalgia, desolazione, solitudine, paura, un miscuglio di emozioni, speranze e momenti euforici, e alla fine non resta da fare altro che chiudere queste pagine con gli occhi lucidi e la convinzione di aver letto un bel libro. Ma un bel libro davvero.

Negli ultimi giorni il mio lato malinconico ha preso il sopravvento e questo romanzo è stato proprio un colpo al cuore. Mi ha un po' sconvolto, ecco. Ve lo consiglio.

9 commenti:

  1. Ohhh, ma che veloce, già la rece.
    Un libro molto carino che fa pensare e ti scombussula.

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  2. Sembra davvero una lettura interessante anche se come hai sottolineato tu potrebbe mettere un po' di malinconia in effetti (:

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  3. Bella recensione, sicuramente rende la forza della storia e la sua natura emotiva. In un altro momento avrei sicuramente aggiunto il libro in WL, ma ora come ora l'ultima cosa di cui ho bisogno è una storia così malinconica; da quel che scrivi ho idea che sia una di quelle storie che, volente o nolente, ti scava dentro. Al momento, invece, ho bisogno di letture più leggere...

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  4. Bella recensione, Matt. Credo che una lettura così possa servire, una volta ogni tanto, per farci capire il vero valore delle cose che possediamo :)

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  5. Non lo conoscevo, ma la tua recensione mi ha incuriosito molto!Lo aggiungo alla mia Wishlist =)

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  6. Avevo visto questo libro in libreria, ma ad essere sincera non mi aveva incuriosita molto. Dopo il teaser di martedì e la tua bellissima recensione non resisto: lo aggiungo alla WL!

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  7. Veramente interessantissimo! Non conoscevo le pubblicazioni della San Paolo, ma dopo la lettura del bel Pink Lady mi documenterò meglio!
    Ps. So che è tra le tue prossime letture ;)

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