mercoledì 25 luglio 2012

Recensione: "L'assassino ipocondriaco" di Juan Jacinto Muñoz Rengel


Grazie di cuore alla gentilissima Silvia dell'ufficio stampa di Castelvecchi per avermi inviato una copia del romanzo! :)


TitoloL'assassino ipocondriaco
Titolo originaleEl asesino hipocondrìaco
Autore: Juan Jacinto Muñoz Rengel
Traduttore: Pierpaolo Marchetti
Data di uscita: 27 giugno 2012
Editore: Castelvecchi (collana Narrativa)
Pagine: 189
Prezzo: 16 €


TramaIl signor Y., assassino di professione, deve portare a termine il suo ultimo incarico, ma per riuscirci deve superare un grande ostacolo: gli resta un solo giorno di vita. In realtà, sono anni che il signor Y. è convinto di essere in punto di morte, assediato da un numero talmente impressionante di malattie da far pensare a un miracolo clinico. Adesso, su incarico di un misterioso personaggio che preferisce mantenere l’anonimato, deve uccidere il fantomatico e inafferrabile signor Blaisten. Tutti i suoi tentativi vengono però ostacolati dalla sua incomprensibile sfortuna, oltre che, naturalmente, da ognuna delle sue innumerevoli patologie. Appassionato di filosofia e di letteratura, le azioni del signor Y. sono influenzate dal raffronto tra la sua persona e le vite dei “grandi malati”, immaginari o reali, della storia e del pensiero. L’ossessione di Kant, le vertigini di Swift, l’alcolismo e le malattie ereditarie di Egar Allan Poe e la cagionevolissima salute di Proust; manie e sintomi che il nostro assassino non trascura di provare a sua volta in tutta la loro presunta realtà.

Il mio commento

cover originale
Il Signor Y., il protagonista di questo atipico romanzo, di mestiere fa l'assassino.
E fin qui, nulla di nuovo o di strano. Io, ad esempio, di assassini, nella mia vita da appassionato di letteratura, cinema e telefilm, ne avrò conosciuti almeno un migliaio.
Eppure lui è un killer più originale e diverso dal solito: è un ipocondriaco o, detto più comunemente, un malato immaginario.
Sa per certo di aver rubato troppi giorni (ben quindicimila!) alla morte e sente che sta giungendo la sua ora: è convinto di avere un gemello parassita innestato sul collo e di essere affetto da una moltitudine di rare malattie. Qualche esempio? la Sindrome di Proteo, che gli ha reso gigante il piede destro, la Sindrome dell'Accento Straniero, la Sindrome di Moebius, la Sindrome dello Spasmo Professionale che, associata al suo strabismo, proprio gli rende impossibile utilizzare armi da fuoco o da lancio, per non parlare poi dell'afasia, delle gravidanze immaginarie o addirittura della "maledizione di Ondina", che lo fa cadere in micro-sonni nei momenti meno opportuni!
Insomma, tutta una serie di disturbi strani e improbabili che gli rendono difficile la vita, e di conseguenza anche svolgere il suo ultimo compito, ovvero uccidere il Signor Blaisten, un individuo maledettamente sfuggente.
Un altro, al posto suo, avrebbe abbandonato questo duro lavoro e deciso di vivere in pace i suoi ultimi giorni di vita, ma il Signor Y. è un uomo di morale kantiana, e sente di dover portare a termine il lavoro per cui è stato pagato. Ma da chi? Di chi è la grafia sulla busta con la ricompensa? Ovviamente per saperlo bisogna leggere questo esilarante romanzo, a metà tra il giallo e il divertissement metaletterario.

Ad ogni modo, oltre all'ipocondria e al mistero che si nasconde dietro l'omicidio su commissione del Signor Blaisten, ci sono altri due aspetti estremamente interessanti nella vita del nostro "cattivo", su cui secondo me è bene soffermarsi un attimo.
Prima di tutto, il fatto che, nella sua esistenza fatta di solitudine (ha perso i genitori quand'era piccolo, non ha amici), abbia sentito l'esigenza di cercare un rifugio nella letteratura e nella filosofia, delle quali è un grande appassionato. È per questo motivo che, nel romanzo, parallelamente ai capitoli dedicati alla sua vita e alle sue imprese (leggi: tentativi di omicidio miseramente falliti), scorrono anche le vite di alcuni uomini illustri, come Descartes, Tolstoj, Kant, Swift, Poe, Voltaire, Proust. Anch'essi affetti da malattie, reali o immaginarie. Malattie di cui il Signor Y., un ipocondriaco di tutto rispetto, non può che sentire qualche sintomo.
Il secondo aspetto, invece, è la dose bella massiccia di sfiga che ha dalla sua. Anzi, diciamo pure che questa è la "malattia" più grande da cui è affetto. Oh, proprio non gliene va bene una! Provate ad immaginare le situazioni più assurde e divertenti che possano capitargli, e le ritroverete nella storia!

Probabilmente, chi è alla ricerca del solito, semplice giallo, rimarrà forse un po' deluso da L'assassino ipocondriaco. Se invece amate stupirvi, se volete un romanzo diverso, un personaggio strambo, riflessioni e curiosità letterarie, questo è il libro giusto. E poi, se siete ipocondriaci, avete trovato proprio pane per i vostri denti. O forse dovrei dire malattie per i vostri corpi martoriati!


Il Signor Y. è un personaggio che non si dimentica facilmente. Juan Jacinto Muñoz Rengel, con questo romanzo colto e brillante, spassoso ma anche permeato di malinconia, è stato capace di dare spessore a un assassino, di renderlo tenero, adorabile. È praticamente impossibile non affezionarsi a lui, e vi assicuro che morirete dalla voglia di saltare nelle pagine, e aiutarlo a uccidere il fantomatico Eduardo Blaisten, un uomo forse un po' troppo favorito dalla sorte.

Ritenta, Signor Y.! La prossima volta sarai più fortunato! Mh... o forse no?

5 commenti:

  1. Un assassino uomo di morale kantiana? Ahahah, questo Rengel già mi sta simpatico :'D
    Ma poi, ipocondriaco (e quindi paranoico), dedido alla letteratura, sfigato... boh, se non sono motivi per non amarlo questi (da notare che non l'ho ancora letto, e già parlo di amore!)... ♥ :')

    Mi hai proprio convinto! Bella recensione, che immagino gli renda proprio giustizia. :)

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  2. Davvero bella la recensione ma continua a non convincermi LOL non penso faccia per me XD

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  3. Ah che bella recensione! Mancano poche pagine di "Anna.." e poi lo comincerò anche io, e sono proprio curiosa di vedere se ti darò ragione o meno lol

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  4. Inizialmente, lo ammetto, questo libro non mi ispirava granché... Ma la tua recensione mi ha intrigata, la morale kantiana ha sempre un suo fascino ;)

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  5. Ottima recensione :D Sono contento che ti sia piaciuto!! :)

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