giovedì 14 febbraio 2013

Recensione: "Morire dal ridere" di Maria Antonietta Usardi




Morire dal ridere
AutriceMaria Antonietta Usardi
Editore: 0111edizioni
Data di pubblicazione: 27 aprile 2012
Pagine: 120
Prezzo: cartaceo 13.50 €, e-book 8.99 €

Milano. La famiglia di Vincent e Amelia gestisce da molti anni a Chinatown un negozio per suicidi e nella vita non sembra vedere altro che dolore e sofferenza.
Un giorno di ottobre piomba nella pace domestica il nipote, il piccolo Robespierre, amante della vita, che con tutto il candore dell'infanzia si propone un'attenta e scrupolosa opera di ottimistico sabotaggio ai danni dell'attività degli zii. Una storia a sfondo macabro, ma anche divertente e ironica, sulla vita, sulla morte e sui sentimenti.

Avevo letto diversi pareri positivi riguardo questo libro e quando, lo scorso novembre, l'ho visto disponibile gratuitamente tramite il servizio Correvoce della casa editrice, non ho esitato un attimo e ne ho subito fatto richiesta. Poi però è finito nei meandri del mio adorato Kindle, insieme a un altro centinaio di libri ancora da leggere.
La settimana scorsa avevo voglia di una lettura veloce e leggera, mi son messo a scorrere la lista dei non letti, mi sono ritrovato davanti l'immagine un po' bizzarra della copertina, ho ripensato agli elogi sparsi in rete, e così... ho trovato il libro adatto alle mie esigenze! Morire dal ridere! Il tempo di leggere le prime pagine, e già avevo un ghigno divertito stampato sulla faccia. Questo romanzo è un toccasana per i momenti bui!

Vista la sua brevità, si leggerebbe in un'oretta o poco più. Io invece, durante i primi capitoli, ero talmente appagato dalla lettura, talmente incuriosito da questa grottesca e strampalata famiglia, che ho deciso di centellinarlo. La sola idea di concluderne la lettura, di abbandonare le peripezie di Robespierre, mi faceva deprimere. Al contrario, sapere che il giorno dopo, e quello dopo ancora, avrei ancora potuto berne qualche sorso, mi faceva sentire stranamente bene, allegro.

Nel quartiere milanese di Chinatown c'è un negozietto a gestione familiare per aspiranti suicida. Si chiama "Una volta e per sempre" e chiunque sia stanco di vivere e sia alla ricerca di un modo per porre fine alle proprie sofferenze può star sicuro che in questa lugubre bottega troverà ciò di cui ha bisogno. Vende gli strumenti più comuni (armi da fuoco, corde, cappi, veleni, coltelli, pastiglie), ma anche cose un po' più particolari, per chi vuole un suicidio atipico (katane, kimoni, c'è addirittura il "reparto dei freschi" con piante velenose tropicali).
Se ne occupano Vincent e Amelia, coniugi perennemente depressi, convinti che la vita sia un'inutile ammasso di dolore, e i loro figli adolescenti, anch'essi affetti dal male di vivere (l'eredità dei genitori): Sylvia, un lamento continuo, convinta di essere brutta e che mai nessuno l'amerà, ed Ernest, un ragazzo apatico ma creativo, che passa le sue giornate a inventare nuovi prodotti per il negozio.
L'attività dà buoni frutti, le giornate cupe continuano a scorrere senza lasciare una minima traccia di buonumore, praticamente va tutto (si fa per dire) a gonfie vele, finché un maledetto giorno arriva la sciagura. Il piccolo Robespierre viene affidato ai suoi zii perché sua madre non può più prendersene cura. Porta con sé un pigiamino giallo da cui proprio non si vuole separare, libri da colorare, e tanta, tanta voglia di vivere. Casa e bottega iniziano a popolarsi di sorrisi, parole gentili per tutti, i clienti afflitti iniziano a intravedere un barlume di speranza nella dolcezza e ingenuità dei consigli del piccolo. Sembra proprio che il tenero moccioso, dalla buffa pronuncia con s e z sibilanti, voglia sabotare l'attività di famiglia! Vincent e Amelia dovranno rimboccarsi le maniche e cercare in tutti i modi di trasmettere un po' di cupezza e idee malsane al piccolo, o sono cavoli amari. Chi la spunterà?! Be', ovviamente non aggiungo altro, il libro è talmente breve che ho già detto fin troppo!

Non è semplice parlare di suicidi e morte in modo così spassoso e leggero, senza (s)cadere nella pesantezza o nella banalità. L'autrice è stata capace di mescolare il macabro e il grottesco col comico in maniera impeccabile, e ne è venuto fuori un romanzo fresco e originale. E poi ha dato vita al piccolo Robespierre, un personaggio davvero adorabile, di una grazia, delicatezza e dolcezza uniche!
Vi consiglio di leggerlo. Questo romanzo fa bene al cuore!

Quattro stelle teschi!
Bello, bello, bello!
Mette addosso un'allegria pazzesca!
Va tenuto sempre a portata di mano,
e sfogliato nei momenti "no".


«Certo che mette proprio allegria un bimbo che sorride».

8 commenti:

  1. non avevo mai sentito parlare di questo libro se non tramite te, la tua sola recensione mi ha fatto sorridere immaginando la famiglia e gli avvenimenti dopo l'arrivo di Robespierre, credo proprio che mi procurerò questo libro!!! Grazie mille!

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  2. Mi hai convinta! Lo leggerò presto.

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  3. "Tu chiamale se vuoi.. emozioni", perché fai trasparire davvero tutto ciò che hai provato e tutto ciò che questo libro ti ha regalato, a suo modo.
    Credo che ci farò sù un pensiero :)

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  4. Questo romanzo fa bene al cuore!

    Ooookay! :)
    (e sono contenta che abbia fatto bene al tuo :*)

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  5. Grazie!!!sono orgogliosa e parecchio commossa!hai proprio centrato lo spirito del libro!grazie di cuore!!

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    1. Grazie a te, è stato proprio un piacere leggerlo! :)

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  6. Ho letto solo cose positive di questo libro, devo muovermi a comprarlo :)

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  7. Scusate se mi intrometto, ma questo libro riporta la storia esatta di un romanzo francese del 2007 chiamato il magazzino dei suicidi (mai tradotto in italia), dal quale è stato tratto un lungometraggio, "La bottega dei suicidi" (uscito anche in Italia) andate a vedere il trailer e capirete quanto questo libro sia frutto di un enorme plagio.
    Mi dispiace davvero, non lo faccio perchè ci tengo ad essere uno che rompe le uova nel paniere, ma quando vedo delle cose del genere, e ciò prendere le storie altrui "pari pari" e spacciarla per idee proprie, mi sembra davvero ingiusto.

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