sabato 11 agosto 2012

Recensione: "Sette minuti dopo la mezzanotte" di Patrick Ness (da un'idea di Siobhan Dowd)



TitoloSette minuti dopo la mezzanotte
Titolo originaleA Monster Calls
Autore: Patrick Ness (da un'idea di Siobhan Dowd)
Illustratore: Jim Kay
Traduttore: Giuseppe Iacobaci
Data di uscita: 20 marzo 2012
Editore: Mondadori (Contemporanea)
Pagine: 222
Prezzo: 16 €


TramaIl mostro si presenta sette minuti dopo la mezzanotte. Proprio come fanno i mostri. Ma non è il mostro che Conor si aspettava. Il ragazzo si aspettava l'orribile incubo, quello che viene a trovarlo ogni notte da quando sua madre ha iniziato le cure mediche. Conor si aspettava l'entità fatta di tenebre, di vortici, di urla... No. Questo mostro è un po' diverso. È un albero. Antico e selvaggio. Antico come una storia perduta. Selvaggio come una storia indomabile. E vuole da Conor la cosa più pericolosa di tutte. La verità.

Il mio commento

cover originale
Siobhan Dowd, scrittrice di quattro libri per ragazzi, nel 2007 è scomparsa prematuramente all'età di 47 anni. A Monster Calls doveva essere il suo quinto romanzo, ma purtroppo le è mancato il tempo per portarlo a termine.
Ne aveva però abbozzato i personaggi, l'idea centrale e la parte iniziale.
Patrick Ness, al quale è stato chiesto di completare il lavoro della Dowd, grazie al cielo non ha avuto la presunzione di imitare lo stile, la "voce" della scrittrice ma ha deciso di rielaborare le idee originarie e, come lui stesso scrive nella nota iniziale, ha tentato di "scrivere un libro che, nelle mie speranze, sarebbe piaciuto a Siobhan".
Io ora non posso sapere, ovviamente, se il risultato conclusivo renda o meno giustizia all'autrice, o se lei si stia rivoltando nella tomba, ma so per certo che Ness ha scritto un romanzo davvero splendido.

Conor, il protagonista di questa storia, è un ragazzino di 13 anni. Angosciato dalla brutta malattia che affligge sua madre, è perseguitato da un orribile sogno che cerca in tutti i modi di dimenticare. Come se ciò non bastasse, ogni notte, alle 12.07, il vecchio tasso che si trova sulla collina vicino casa si trasforma in un mostro e gli fa visita. Ma non gli fa paura, non è nulla a confronto con l'Incubo. In fin dei conti, il tasso vuole solo raccontargli tre storie. E ascoltare un quarto racconto: la Verità.


Patrick Ness ha dato vita a un romanzo toccante e malinconico, narrando in modo semplice e naturale di argomenti delicati e tosti come la malattia e la paura di perdere un genitore. Si tratta di un vero e proprio romanzo di formazione, in cui il protagonista evolve, matura durante l'arco narrativo: parte dalla negazione, una sorta di cecità forzatamente auto-imposta attraverso la quale cerca di nascondere a se stesso la dura realtà, per arrivare ad una presa di coscienza finale in cui si fa forte l'esigenza di guardare in faccia alla vita, in tutta la sua amarezza e crudeltà.

Conor è caratterizzato in maniera perfetta, è impossibile non immedesimarsi in lui, è uno di quei personaggi che sembrano "vivere" letteralmente sulla carta, che ti sembra quasi di conoscerli da sempre.
Si sente la sua frustrazione nei confronti del buonismo e dell'egoismo di chi lo circonda. La compassione della gente per la malattia della madre l'ha messo al centro dell'attenzione, eppure l'ha reso anche invisibile: i compagni di scuola non gli rivolgono la parola perché non sanno cosa dire, i docenti non lo chiamano alle interrogazioni né gli chiedono i compiti per casa, la nonna non lo punisce per aver sfasciato la camera da pranzo, a scuola non viene espulso per aver mandato un bullo all'ospedale. È profondamente deluso e incazzato da tutto ciò, e anche il lettore non può che risultarne infastidito.

È un libro sulla speranza, la fede, la voglia di lottare e crederci fino in fondo. Ma ci sono anche l'angoscia, la tristezza, la solitudine. E la paura. Quell'atroce paura, che attanaglia un po' tutti, di vedere la vita di chi ti ha messo al mondo sgretolarsi.
Io non me la sento di consigliarlo ad un pubblico troppo giovane, sinceramente. È molto doloroso, struggente e profondo, e di certo le bellissime illustrazioni, cupe, affascinanti e dal forte impatto emotivo, di Jim Kay non aiutano a creare un'atmosfera leggera. Però si tratta di un libro davvero impressionante. Sarebbe un vero peccato lasciarselo scappare...
Le storie sono fra tutte le cose le più selvagge, tuonò il mostro. Le storie inseguono, predano e mordono. 

11 commenti:

  1. aspettavo questa recensione!
    dev'essere davvero un bel libro, di quelli che ti insegnano qualcosa... me lo segno!

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  2. Concordo con Clody! Da come ne parli, sembra proprio un libro magnifico :)

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  3. Lo sai che sembra davvero interessante? Quasi quasi... :D

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  4. Già dal Teaser sono rimasta a bocca aperta, volevo leggerlo; ma dopo la tua recensione sono sicura che primo o poi lo leggerò :D

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  5. Bellissima recensione! Mi hai incuriosita anche se all'inizio questo libro non mi ispirava molto... Magari più avanti gli darò una possibilità :D

    C'è un premio per te sul mio blog: http://clary-booktime.blogspot.it/2012/08/premio-almohada.html

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  6. E questa è una storia che insegue, preda e morde, giusto? '_'

    Emozionante recensione; mi accodo al "quasi quasi" di daydream.. :)

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  7. Un blog davvero interessante, complimenti! :-)

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  8. Ora ho ancora più voglia di leggerlo! Non me lo lascerò scappare, poco ma sicuro.

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  9. L'ho comprato e non vedo l'ora di leggerlo!

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  10. Molto bello!prendo nota,non posso lasciarmelo scappare!!Ottima recensione:)Ciao

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  11. mmm a me nn è piaciuto. e poi potevano benissimo nn farla finire in modo tragica

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