mercoledì 4 luglio 2012

"La neve se ne frega" di Luciano Ligabue (recensione)




TitoloLa neve se ne frega
Autore: Luciano Ligabue
Anno di uscita: 2005
Editore: Feltrinelli (collana Universale economica)
Pagine: 240
Prezzo: 8.50 €


TramaIl mondo è pulito. Le risorse rispettate. I bisogni soddisfatti. Un soffice rigore governa l'esistenza. Tutto secondo i diritti e i doveri del Piano Vidor. Siamo in un altrove temporale e nel migliore dei mondi possibili, sia pur a fronte di un controllo totale. Il Piano Vidor ha a cuore il benessere e la felicità delle coppie e infatti DiFo e Natura sono felici, secondo programma. Lavorano, fanno l'amore, frequentano amici, si lasciano intrattenere dalle forme di spettacolo consentite. Spendono insomma il tempo che è stato dato loro in sorte, con appassionata diligenza. Ma quel tempo, apparentemente così simile al nostro, è segnato da una profonda alterazione socio-biologica che ha a che fare con il mistero del nascere, del venire al mondo. DiFo e Natura sono destinati a imbattersi in quel mistero e ad aprire una fatale contraddizione nel paradiso del Piano Vidor.

Il mio commento

Devo fare una piccola premessa: Ligabue cantante non mi piace. Anzi, se proprio devo dirla tutta, mi è sempre stato un po' antipatico. Quindi quello che sto scrivendo non sarà l'elogio di un suo grande fan. Tutt'altro. E visto che mi piace mettere tutte le carte in tavola, voglio anche dire questo: l'ho iniziato ieri sera, prima di dormire, e arrivato a pagina trenta, col sonno che mi calava sugli occhi, l'ho chiuso e riposto a fianco al cuscino, con un ghigno stampato sulla faccia. Perché l'inizio è confusionario, e a primo impatto la sua scrittura è quasi fastidiosa, un po' paracula, sembra voglia strizzare l'occhio al lettore. Tutte buone ragioni per farmi tirare un sospiro di sollievo, capite? Avevo trovato la scusa per non leggerlo. Non è che potessi aspettarmi chissà cosa da Ligabue, eh. Questo pensavo mentre aspettavo di addormentarmi, e lo stesso stamattina. Dopo la colazione mi son messo a studiare. Poco prima di pranzo ho sentito il bisogno di fare una pausa, e ho ripreso La neve se ne frega in mano, così, tanto per convincermi definitivamente che non era il caso. Bhè, non è successo. Man mano che scorrevo quelle parole, quelle sue frasi brevi, ne venivo automaticamente risucchiato e allo stesso tempo svanivano i pregiudizi nei suoi confronti. A parte una pausa di dieci minuti per mangiare un piatto di spaghetti, non sono riuscito a posarlo più, fin quando non ho letto la sua ultima riga, alle quattro del pomeriggio. Ho fissato il soffitto per dieci minuti buoni, con le lacrime che mi arrivavano fin dentro le orecchie. Poi mi sono alzato, mi sono ricomposto, e ho imprecato contro Ligabue e contro 21 grammi, che mi ha consigliato questo libro, bellissimo, sì, ma che fa tanto male.

Detto ciò, non mi soffermerò molto sulla trama, ché tanto è già scritto tutto più su, nella scheda del libro, e non voglio anticipare troppo a chi magari non l'ha ancora letto.
Si tratta di un romanzo distopico, ambientato in un futuro dove tutto è controllato in maniera perfetta e maniacale dal Piano Vidor. I due protagonisti della storia, DiFo e Natura, che non hanno conosciuto un altro mondo possibile, che non conoscono quel che c'era prima, trovano eccezionale il Piano, anzi, quasi l'ideale in cui poter vivere (a parte forse un piccolo particolare: gli adulteri programmati per preservare l'armonia della coppia). Almeno fin quando nella loro vita compare una strana, antica disfunzione ormonale pronta a rompere gli equilibri e a rivelare una grossa e agghiacciante verità.
Ma non è solo questo. Non è solo fantascienza. È anche una bellissima storia d'amore, è un libro provocatorio, è un libro che, toccando i temi più svariati (tradimento, aborto, maternità, famiglia) scatena infinite riflessioni. Certo, non brilla per l'originalità (sono evidenti i riferimenti a 1984 per le telecamere che controllano tutto, a Fahrenheit 451 per il rapporto con l'arte, con Il curioso caso di Benjamin Button per la nascita al contrario) e non rimarrà nella storia della letteratura italiana, però è un libro dalla scrittura ironica, impattante ed emotiva, che ti smuove dentro, è la perfetta dimostrazione che un libro di fantascienza, quando tocca i tasti giusti, non è automaticamente minore o meno importante di un libro "normale". E se è poco questo, proprio non lo so cos'altro si può volere da un libro...

9 commenti:

  1. non sapevo che ligabue scrivesse anche :D

    RispondiElimina
  2. sono contenta di aver letto questa tua recensione!
    perchè al contrario a me il Ligabue cantante piace molto,ma un pò di tempo fa avevo letto una sua raccolta di poesie e mi ricordo di aver pensato "è meglio se continua a scrivere canzoni"...però però...questo libro ora che ho letto il tuo parere mi stuzzica :-)
    chissà che il Ligabue scrittore mi stupisca?!

    RispondiElimina
  3. interessante davvero!
    a me liga cantante piace, anche se non impazzisco per lui, ed in genere non sono mai preclusa ai libri dei cantautori; ad es, io leggo i libri di Baglioni perchè adorando lui come "paroliere" e "cantastorie" trovo la sua stessa capacità di "giocare con le parole" e le storie che per me lo contraddistingue; credo sia lo stesso per liga!
    vorrò dire che lo leggerò anch'io!! ^_^

    RispondiElimina
  4. Sono contenta che ti sia piaciuto ♥
    E sì, hai ragione, fa tanto male. :°°

    E' vero che è palesemente influenzato dai precursori del genere, G. Orwell e R. Bradbury, ma quale distopico o fantascientifico non lo è almeno in parte. :P

    RispondiElimina
  5. P.S. epperò una citazione ce la potevi mette, eh! :D

    RispondiElimina
  6. Io odio Ligabue come cantante, lo trovo un fottutto fortunato che ha fatto strada. A parte qualche eccezione odio in generale la musica italiana, eh. (la musica inglese è di gran lunga migliore, ma non lo dico perché potrei sembrare troppo patriotta)
    Non ho provato mai leggere un suo libro, forse mi ferma il fatto che lo odio come cantante ma..bo. Ci proverò probabilmente con questo, ma solo perché lo hai recensito tu haha :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sulla musica italiana non sono d'accordo :P
      Ci sono un sacco di artisti e gruppi bravissimi, in Italia. L'unico problema è che sono poco pubblicizzati, non attirano le masse, e quindi sono di conseguenza poco conosciuti. Potrei farti almeno una ventina di nomi... poi, certo, dipende molto anche dai gusti musicali che uno ha! ;)

      Elimina
  7. Io conoscevo Ligabue-scrittore perché a casa ho "Fuori e dentro al borgo" (che mio padre ha apprezzato, me l'ha consigliato), ma non l'ho ancora letto. Non per pregiudizi o altro (anche perché, tra l'altro, a me Ligabue-cantante non dispiace affatto - eccezion fatta per le ultime canzoni, che non mi hanno colpita granché).

    Insomma, tutta questa introduzione assolutamente inutile per dire che, come sempre, hai scritto una recensione in cui si riesce a percepire quello che hai provato durante la lettura (e per questo ti invidio molto). Concordo al 100% con l'ultima frase che hai scritto :)

    RispondiElimina
  8. ho trovato per caso questa tua recensione e mi hai fatto ricordare di questo libro nascosto chissà dove tra gli scaffali della mia libreria. La neve se ne frega credo di averlo letto appena uscito, quindi nel 2005, sull'autobus che da casa mi portava all'università e viceversa. a me Ligabue piaceva, è il cantante della mia adolescenza ma mi ha stupito anche come scrittore, ricordo la dolcezza ma anche la disperazione dell'amore tra DiFo e Natura, la descrizione di una società che è vero non è originale perchè già presente in molti romanzi ma anche perchè in fin dei conti non è molto diversa da quella odierna. Ti ringrazio perchè mi hai fatto fare un tuffo nel passato! credo che andrò a riprenderlo così da poterlo leggere nuovamente ma con il pizzico di maturità che ho acquisito in questi anni!!!!

    RispondiElimina