Gli incubi dei pesci rossi è una rubrica della mia amica 21 grammi, in cui troverete i suoi "farfugliamenti, le cose personali, le improvvisazioni imperfette e sbavate", insomma... commenti e pensieri di pancia, quello che le viene dal di dentro durante o dopo le sue letture. Le ho dato carta bianca, e lascio a lei la parola...
- Matteo
Questo libro,
come spesso succede, è arrivato nella mia vita nel momento giusto.
Alla fine di una
giornata piena di dubbi, di confusione, di incertezze. Di paura, soprattutto.
Sono successe
tante, tante cose, nell'ultimo mese, per me. Cose belle. Cose inaspettate,
vissute seguendo l’impeto del momento, la scia che disegnava l'emozione.
Poi però, per
chi è come me, abituato a controllare, analizzare, scandagliare col pensiero, "sezionare la notte e il cuore", è inevitabile porre sotto la lente della
razionalità tutto ciò in cui ci si è imbattuti. Soprattutto se questo "tutto" è così meravigliosamente e spaventosamente scombussolante.
Elena, la
protagonista, mi ha dato delle risposte.
O meglio, non
una risposta alla mia situazione particolare, ma una risposta estendibile alla
vita in generale; la risposta è rintracciabile in questa frase, che credo sia
l’essenza del libro stesso:
Nessun cappio, Marco, la vita è passione. Me l'hai insegnato tu, in questi anni.
E lei è
bravissima a viverla, per quello che è; prendendo quello che le viene offerto,
godendo a pieno di quello che c'è nel presente, senza curarsi del futuro, senza
pensare a quel che sarà.
Perché, come mi
ha detto un caro amico, l'altra sera:
"secondo me… ne
vale la pena, comunque. a prescindere.
è una cosa che
sto capendo ultimamente, penso molto, e...
sì, anche se
dovesse 'finire', 'andare male', ecc. ecc.,
ti rimane
comunque qualcosa dentro,
che ti aiuta,
nei momenti futuri, difficili,
quindi sì. ne
vale la pena."
Mi ha
rassicurata. Soprattutto perché è stato lui a dirle, lui che forse qualche
ferita ancora aperta ce l'ha.
Anche Elena ha
delle ferite: una in particolare, una cicatrice sul grembo, che ogni tanto le
dà delle fitte, le ricorda ciò che lei, tra le altre cose, è; le ricorda quella
parte di sé di cui si è voluta privare per fare un "regalo", il regalo di un
amore totale.
La crema su
quella ferita, che la lenisce ma che non potrà completamente
cicatrizzarla, coprirla o eliminarla, sono due persone. Due persone totalmente
diverse tra loro (e da lei); prima di tutto, nell'età e nel genere. L'una
ancora adolescente, bella e imprevedibile, una mina vagante; l'altro un uomo maturo,
venticinque anni più di lei, che
impersona la calma serafica e la saggezza di chi sa come il corpo vada assaporato.
Due magneti,
calamite che la attraggono irresistibilmente.
E perché, poi,
resistergli? La vita è passione.
"Passione" viene dal greco antico "pathos",
ossia sofferenza, ma anche "forte commozione dell’animo", che causa
turbamento; è la forza che si oppone al "logos", che è la parte razionale.
Non è quindi
qualcosa di armonico e ordinario. È qualcosa che irrompe, che porta
scompiglio, mischia le carte, provoca dissidi interiori, fa insorgere i moti
dell'anima.
Mai avvertita prima d’ora la minima attrazione per un'altra donna. Con Adriana non solo è successo, ma continua a succedere. Mi basta solo pensarla. E lo faccio sempre più intensamente. Mi facevo l'idea, tra l'altro, che un'esperienza di questo tipo potesse in qualche modo spiazzarmi o togliermi il fiato. Ciò che invece mi ha turbato è stato l’averla vissuta nel modo più naturale possibile [...].
E per le sue
parole, per le sensazioni che evaporano dalle pagine per entrarti dentro, mi
viene anche voglia di fare l'amore con una donna.
Ma poi penso che
non è questione di uomini o donne, di organi genitali. Penso che sia questione
di odore, di sensazione, di chimica e di alchimia, di animalità e di
istintualità. È questione di individualità, non di genere.
L'amore è
imperfetto è tutto questo. È passione, è coraggio di viverla, è sensualità.
Molto poco moralistico, libero da pregiudizi di qualsiasi tipo – anche banalmente, quello
che vede una persona eterosessuale non motivata, aprioristicamente, a intraprendere e a godere di
una relazione omosessuale. È tratteggiato sulla dimensione
dell’imprevedibilità, e su quella dell’assaporare e gustare le cose che ci
fanno stare bene, senza privarsene per bigottismo o per
incongruenza rispetto a quello che pensiamo di noi.
È un libro
speziato, che racconta una storia intrisa di sapori forti e decisi, anche
dissidenti, note stonate che ne arricchiscono, e non imbarbariscono, la bellezza.
Quelle zaffate
speziate ti si appiccicano addosso, un po' come l'umidità fa nelle mattine
nebbiose; si incollano alla schiena. A noi non resta che abbandonarci alle
sensazioni fisiche, corporee e primordiali che ci risvegliano.
Il difetto principale, è che finisce troppo presto. Mi sento orfana di quelle sensazioni.
Il rimedio, è che ho capito che quelle sensazioni posso ritrovarle, vivendo.
E a
questo proposito,
Mette in fila una serie di barattolini di smalto e poi con scioltezza dice: «Questo è il rosso che la mostri e poi la dai, questo che la mostri e non la dai, e con questo invece lo prendi e basta».È disarmante, rimango esterrefatta. La signora ha una creatività incredibile, e non immagina quanto mi abbia liberato. Tutte attendono la mia scelta.
«Il terzo, voglio il terzo!»
«Bravaaaa, ottima scelta!» dicono in coro.
…spero
di aver pescato anche io il colore giusto! ;P
P.S. Da questo
romanzo è stato tratto il film omonimo uscito qualche settimana fa – che non ho ancora visto, aspettando di
leggere il libro. Adesso non vedo l'ora di guardarlo! *_*
Anche perché,
voglio dire… come potrei perdermi la pellicola che ha come colonna sonora il
mio Tiziano?! ♥ :D
Ti verrò a prendere con le mie mani, e sarò quello che non
ti aspettavi,
sarò quel vento che ti porti dentro, e quel destino che
nessuno ha mai scelto…
dev'essere un libro intenso. Uno di quelli che pur conscia delle emozioni che possono lasciarmi, evito di leggere. Proprio perché non voglio farle uscire...ci ho messo tanto ad imbrigliarle...
RispondiElimina