venerdì 1 giugno 2012

"In stato di ebbrezza" di James Franco (mini recensione)




TitoloIn stato di ebbrezza
Titolo originalePalo Alto: Stories
Autore: James Franco
Traduttore: Tiziana Lo Porto
Data di uscita: 18 aprile 2012
Editore: Minimum Fax (Sotterranei)
Pagine: 192
Prezzo: cartaceo 14 €, e-book 7.90 €


Trama"In stato di ebbrezza" è l’esordio narrativo di James Franco, uno dei giovani attori più affermati di Hollywood. Da sempre appassionato di scrittura, Franco ha ambientato questi primi racconti nella sua città natale, Palo Alto, in California. Lontana dall’immagine di ordine e benessere tipica della Silicon Valley (oggi vi ha sede, ad esempio, il quartier generale di Facebook), la Palo Alto degli anni Novanta è, in queste pagine, lo scenario desolato di storie di confusione e frustrazione adolescenziale. Fra i campetti da basket, le case borghesi e i viali alberati, i teenager protagonisti di questi racconti sfuggono alla noia e alla solitudine dandosi all’alcol, alle droghe, al sesso casuale, alla violenza. James Franco racconta le loro storie senza edulcorare nessun dettaglio, ma lasciando trapelare, dietro la brutalità distaccata del quotidiano, la tenera e dolorosa umanità dei suoi personaggi.

Il mio commento


Adoro James Franco, e ho aspettato con ansia che questo libro arrivasse anche da noi. Da quando ho saputo che sarebbe uscito ad "aprile 2012", senza una data precisa, ogni giorno ho controllato se ci fossero notizie più certe a riguardo. Non vedevo l'ora di averlo tra le mani. Poi però il 18 aprile è stato pubblicato, e io da bravo sfigato manco me ne sono accorto... l'ho scoperto qualche giorno dopo, tramite il profilo twitter della casa editrice. L'ho ordinato immediatamente, ma ci ha messo un po' ad arrivarmi (maledette poste). E a causa di altre letture, l'ho iniziato solo domenica scorsa (e terminato ieri).

Ahimè, è stata una delusione pazzesca, e scriverne male è quasi una sofferenza per me, quindi sarò breve, non ci spenderò molte righe né troppa rabbia.


È una raccolta di racconti, tutti ambientati nella Palo Alto (la sua città d'origine) degli anni Novanta, che narra una generazione di apatici, di annoiati, una generazione di adolescenti che annega nella solitudine, nella droga, nella violenza, ragazzacci che per "passare il tempo" ammazzano bestioline indifese (Uccidere animali) o che si "smezzano" una ragazza quasi come fosse una canna (Chinatown), che guidano ubriachi noncuranti di investire qualcuno (Halloween) o che, strafatti, vanno a buttarsi contro un muro senza un vero motivo (Testa di zucca). Niente di nuovo, certo, ma non è questo il problema. No. Il problema è che, a parte un paio di racconti che bene o male si salvano, gli altri non trasmettono nulla. Proprio nulla: non annoiano (tant'è che non l'ho abbandonato), ma nemmeno ti "prendono". Li leggi, alla fine pensi "sì, ok, allora?", e poi, il tempo di pensarci un attimo, sono già scivolati via, senza lasciare traccia. Andati. Dimenticati. Già coi racconti, essendo per loro natura brevi, si fa fatica ad entrare nella storia, ad ambientarsi, a familiarizzare coi personaggi. Ma se poi non ci metti un briciolo di emozione, è ancora peggio! Mi hanno lasciato il vuoto dentro, ecco. Forse lo scopo della raccolta era proprio questo? Raccontare il vuoto attraverso il vuoto, per trasmettere il nulla interiore di questa generazione? Può essere, certo. Ma io non l'ho apprezzato. Pazienza, me ne farò una ragione.

P.S. Intanto, James, fammi un favore... quei "maestri" che citi nella dedica iniziale, in particolare quel Michael Cunningham... ecco, studiateli un po' meglio, va.



4 commenti:

  1. Io il beneficio del dubbio glielo lascerei, secondo me è giusta la tua ipotesi sul vuoto raccontato col vuoto... daaai.. *occhi dolci* facciamo che è così. ^_^

    [Sìsì. Sull'immagine, lo penso anch'io (per te). :D]

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    1. Se ti fa stare meglio [:D], glielo possiamo pure lascia' 'sto beneficio, epperò... ehm... ._.

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  2. La cosa più brutta di un libro è quando non ti rimane nulla di esso. E' come se non l'avessi mai letto.
    Comunque bella recensione, riesci sempre a mettere per iscritto quello che pensi ed anche in modo conciso e diretto. Ti invidio per questo, Matt :)
    L'immagine che hai messo alla fine è fantastica ahaha

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    1. Ti ringrazio, Vero :)
      Non è sempre facile, per me, mettere nero su bianco quello che penso, anzi... ci metto sempre un bel po'. Però son contento se alla fine riesco a trasmettere almeno una parte delle mie sensazioni...

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