Buona domenica a tutti!
Siamo arrivati alla terza e ultima tappa dello speciale
dedicato a Storie dentro storie di Giovanna Astori.
dedicato a Storie dentro storie di Giovanna Astori.
Ho avuto il piacere di intervistare l'autrice del romanzo,
quindi vi lascio scoprire qualcosa in più su di lei!
Buona lettura!
P.S. Vi ricordo che c'è ancora qualche giorno di tempo
per partecipare al giftaway del romanzo
e se volete potete anche leggere la mia recensione!
P.S. Vi ricordo che c'è ancora qualche giorno di tempo
per partecipare al giftaway del romanzo
e se volete potete anche leggere la mia recensione!
Ciao Giovanna, benvenuta sul mio blog! Ti andrebbe di presentarti ai lettori di SdS? Raccontaci qualcosa di te...
Sono un'ex timida. Di fronte a domande come questa ho un improvviso rigurgito esistenziale con effetto tabula rasa. Potrei darti delle noiose pillole autobiografiche, ma quelle le riservo per le bandelle! Qualcosa verrà fuori dall'intervista, il resto fa parte della complessità umana. Vedi? Dicendo nulla ho detto tutto!
Quando e perché hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato quando sono stata in grado di scrivere, ma nella maniera discontinua propria di tutte le persone curiose che non riescono a soffermarsi per troppo tempo su qualcosa, irrimediabilmente attratte da altro. Questa curiosità innata non vuol dire superficialità, ma amori che si trovano, abbandonano e ritrovano in un percorso lungo una vita. Ho iniziato perché ero innamorata delle parole, del modo in cui venivano usate nei libri che leggevo, nelle poesie che ci insegnava la maestra. Ho voluto sperimentare in prima persona come utilizzarle. Poi ci sono stati altri momenti, la fase dell'interiorizzazione pre e post adolescenziale, in cui scribacchiavo per me stessa o per comunicare un'emozione a qualcuno in particolare. Successivamente ho pensato che potevo scrivere anche per raccontare delle storie o delle immagini con i miei significati. Da qui sono partita a scrivere racconti e poesie, a partecipare alle selezioni antologiche e ad altre iniziative per far uscire le mie parole dal cassetto.
Storie dentro storie è il tuo romanzo d'esordio.
Com'è nato?
Per alcuni anni ho partecipato attivamente a un forum, Undiciparole, di cui sono stata una pioniera ma che ora è un'esperienza esaurita, molto feconda e stimolante. Una delle iniziative proposte era quella di creare un gruppo di quattro-cinque scrittori, ognuno dei quali si sarebbe cimentato con la stesura del proprio romanzo, confrontandosi criticamente con gli altri. In pratica farsi un editing a vicenda, bastardo ma partecipato, del tipo: questa cosa che hai scritto proprio non funziona, ma te lo dico col cuore! In quel periodo avevo molta voglia di scrivere qualcosa di più articolato di un racconto, ma non sapevo bene da dove partire perché non ho mai 'studiato' da scrittore. Tra l'altro era appena nato il mio secondo figlio, il 'grande' aveva due anni e mezzo, insomma mi sembrava un'impresa titanica. Allora decisi di aderire a uno dei gruppi, per iniziare il percorso di scrittura in compagnia. Questa esperienza è durata qualche mese, il frutto sono stati i primi capitoli del romanzo. Poi il forum si è 'spento' e sono andata avanti per conto mio, tornando a confrontarmi con un paio di persone meravigliose e fidatissime solo sulla stesura quasi definitiva.
Nel tuo libro ci sono più voci, più storie intrecciate tra
loro. A quale sei più legata?
Innanzitutto ti ringrazio per aver parlato esplicitamente nella tua recensione di questa scelta narrativa. È uno degli aspetti in cui ho da subito sperato di ricevere feedback dai lettori, perché a me piace molto e vorrei capire se funziona. Con te ha funzionato! Ma la domanda è un'altra e non è facile rispondere. Sono affezionata a tutti i personaggi di Storie dentro storie, nessuno escluso, soprattutto a quelli femminili, perché in modo diverso sono donne che lottano per trovare la propria identità. Forse paradossalmente quello a cui mi sento più legata è Mara, perché mostra una fragilità da cui riesce a emanciparsi aggrappandosi con le unghie alla potenza profonda della 'creatività' in senso lato. Sono unghie, le sue, che ogni donna dovrebbe cercare dentro sé. Le unghie metaforiche, intendo, non quelle da sfinge. Invece vedo che va molto di moda la nail art...
Per i tuoi personaggi, ti sei ispirata a persone realmente
esistenti o sono tutto frutto della tua fantasia?
Approfitto per dichiarare pubblicamente che ogni riferimento a fatti o personaggi realmente esistiti è puramente casuale. Ovviamente, aggiungo, io non credo nel caso! A parte gli scherzi, un personaggio nasce dai frammenti che abbiamo dentro, provenienti dalle nostre esperienze o dall'osservazione della realtà. Se siano poi più o meno fedeli, questo non mi sembra un dettaglio importante. Come dicevo in un'altra occasione, lo scrittore è un po' un 'medium della fantasia'. Non saprei spiegare esattamente da dove vengono le storie e i personaggi dei miei racconti. So solo che a un certo punto arrivano, io li lascio raccontare, a volte li devo aspettare perché sono un po' reticenti, ma il mio compito è solo di mettere nero su bianco quello che mi suggeriscono.
Come sei arrivata alla pubblicazione? È stato semplice
trovare un editore?
Credo si sia trattato di una congiunzione astrale fortunata! Avevo la versione definitiva del manoscritto e non sapevo bene cosa farne. Ho iniziato col parlarne a una persona che conoscevo grazie alle precedenti esperienze di pubblicazione, e lui mi ha parlato di un nuovo progetto editoriale guidato da giovani donne, L'Erudita. Mi sono messa in contatto con loro, e dopo qualche mese ho firmato il contratto. Esordire con un editore esordiente presenta qualche difficoltà in più, l'attesa di perfezionare le strategie di promozione e distribuzione su tutto, ma devo dire che questo gruppo lavora molto bene, sono serie e piene di entusiasmo, quindi vanno incoraggiate. E poi, elemento non indifferente, leggono tutto il materiale che ricevono e non chiedono alcun contributo all'autore per la pubblicazione (tipo acquisto di copie o altro). Questo principio è nel loro DNA e non è cosa da sottovalutare.
Quali sono i tuoi autori preferiti? Ce n'è uno in particolare
a cui t'ispiri?
Se nella scrittura ci si dovesse ispirare a qualcuno, crollerebbe tutto il senso dello scrivere, sarebbe una copia brutta o bella, ma insomma niente di originale. Che poi questo possa succedere inconsapevolmente, è un altro paio di maniche, ma solo i lettori possono rispondere (e casomai dirmelo, grazie!). Spazio molto con le letture, mi lascio guidare dalla curiosità, a volte restando delusa, altre incontrando amori indissolubili. Lasciando stare i classici, se no il discorso si fa troppo ampio e non se ne esce, negli ultimi anni ho incontrato almeno tre autori cui, a conti fatti, posso dire di sentirmi legata: David Foster Wallace, Orhan Pamuk e David Grossman. Me lo suggeriscono due cose: il piacere che provo nel leggerli, e il fatto che ho letto più di un libro di ciascuno di loro, e continuerò.
Il libro che avresti voluto scrivere...
Ecco, questa è proprio una domanda cui non riesco a rispondere. Potrei dirti quale libro sono fiera di non aver scritto, ma uso diplomazia.
Quali sono il momento e il luogo che preferisci per scrivere?
La vasca da bagno! Questa è una citazione...un po' scherzosa... (vediamo se qualcuno la scova)
Il mio processo creativo personale funziona in questo modo: le storie nascono e crescono in maniera abbastanza articolata e dettagliata nella mia mente. Una fonte di ispirazione molto forte, ma non l'unica, è ascoltare musica, soprattutto concerti dal vivo di qualsiasi genere. Ho un libricino che porto sempre con me su cui appunto le immagini o le espressioni per non lasciarmele sfuggire (ho imparato che l'ispirazione spesso è come una zanzara, che punge e fugge portandosi via anche il nostro sangue. Ho scritto anche una poesiola su questo!). Dopodiché devo trovare degli spazi per la scrittura vera e propria, e questa è la fase più difficile con la vita che faccio. Per scrivere, a differenza del momento della fantasia, ho bisogno di silenzio e solitudine. In genere mi ritaglio qualche ora serale, dopo aver messo a letto i bimbi, se ho la giusta energia.
So che sei un'appassionata di musica. Oltre ai Perturbazione e ai Virginiana Miller, che ho avuto il piacere di
ritrovare in SdS, cos'altro ascolti? Ci vuoi consigliare qualcosa?
Come per la lettura, anche con la musica spazio ampiamente. Sono cresciuta con i cantautori, cui resto legata. Amo i Beatles, diversi fenomeni musicali inglesi anni '70-'80 (Bowie, i Clash, gli Smiths, i Cure, i Cocteau twins, per esempio), ma anche la musica araba sia classica che pop, e poi la 'nostra' musica classica, che quando posso vado ad ascoltare dal vivo. Potrei continuare...
Una scoperta recente fatta proprio in occasione del mio primo reading di Storie dentro storie a Bergamo è Marco Notari, un giovane cantautore Piemontese. Alcuni brani del suo cd IO? sono davvero notevoli, quindi, via, vi consiglio lui!
Stai lavorando già a qualcos’altro? Dimmi di sì!
Certo. Chi si ferma è perduto! Poi veramente, questi personaggi che mi affollano la mente coi loro racconti...è quasi un dovere farli parlare. Ho in programma di scrivere un altro romanzo, cosa che inizierò a fare presto, e sto lavorando a un progetto che mi sta molto a cuore, a più mani, di cui spero di parlarti in termini più concreti quanto prima.
Come già sai ho anche fatto raccontare a Victor un nuovo momento della sua vita in Italia, con il progetto 'Schegge di vetro', una mini raccolta di racconti ispirati al romanzo 'Suonando pezzi di vetro' di Roberto Bonfanti. È stata una cosa molto divertente. Leggendo il romanzo di Rob, che conosco da qualche anno, ritrovavo questo ciclista solitario e muto che mi ricordava Victor. Quando mi ha invitato a partecipare a questa sua idea, ho accettato subito. Quale migliore occasione per raccontare che fine avesse fatto il ragazzo con lo zaimo blu? Per i curiosi, Schegge di vetro si può scaricare gratuitamente in formato pdf qui: http://www.neverlab.it/neverlab-libri/schegge-di-vetro-lep-letterario-di-neverlab-libri-download-gratuito/
Grazie mille per la gentilezza e per avermi dedicato un po'
del tuo tempo, Giovanna! A presto e... buongiorno buonafortuna!
Grazie a te, Matteo, per tutto lo spazio che mi stai regalando! Spero di portarti tanta 'buonafortuna'!
Bella intervista!! questo libro mi incuriosisce sempre di più!!
RispondiEliminaSecondo me quest'autrice, oltre che una bravissima scrittrice (di cui so già che avrò conferma leggendo il romanzo) e estimatrice di buona musica, è anche un'ottima persona, umanamente parlando. Perlomeno a me ha dato questa impressione.
RispondiEliminaGrazie ad entrambi! :)
(Matteo e il dono dell'ubiquità :D)
(P.s. No, dico, "Grossman".. eh? ;P)
Un'intervista davvero carina, ha un tono molto amichevole e informale. In bocca al lupo all'autrice per i suoi progetti futuri!
RispondiEliminaChe bella intervista, grazie =) Bellissima presentazione, breve ma concisa ;)
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